1. |
Profitto/Perdita
03:09
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Cinque pilastri posati sul limo
della nostra inedia,
della nostra indifferenza.
Resta solo il tentativo,
disperato e inutile,
di convivere con le vostre sicurezze.
Vuoi davvero arrivare
fino all’ultimo piano?
Seguo sette stormi di uccelli impazziti,
troppo in ritardo quest’anno solare:
perdere la direzione
conoscere la conclusione.
Vuoi davvero arrivare
all’equatore questo inverno?
Otto pareti chiudono l’esperienza
gesso senza calma,
disegna cerchi spezzati.
Perdere in ogni senso
non quotato, non classificato.
Vuoi davvero gareggiare senza alcuna posa plastica?
Vuoi davvero amare ancora?
Vuoi davvero respirare?
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2. |
Parcae
04:27
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Il colore rosso dell’impugnatura plastica è al sicuro,
dentro le tasche bucate dalla punta
dentro le tasche strette tra le dita.
è un conforto familiare,
nell’incapacità di muovermi da solo
“Tieni le tue forbici sempre con te”
Ripetevi sempre, forse per permettermi
di dare un taglio netto a tutto,
oppure per provocare un corto circuito
tra l’essere padre e non averti più vicino
Forse sto dormendo ancora da quel giorno
stringendo tra le dita cavi colorati,
impossibili da tagliare.
refrattario alla vita.
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3. |
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l’ombra nera delle montagne
qui vicino non è mai arrivata.
l’ombra bianca delle sante croci
traccia ancora linee sui nostri corpi.
è una salmodia continua,
sensi di colpa e gesti di pace.
sospesi lungo il fiume
vediamo zattere colme di oblio
sospesi lungo il fiume
vediamo zattere colme di oblio
chiediamo sempre perché
per voi siamo solo contenitori vuoti
da riempire con senso di colpa larvale,
rimpianto e perdono.
perché nessuno ci ha mai risposto?
perché nessuno ci insegna a vivere?
perché nessuno sembra curarsene?
senza nemmeno sapere cosa stiamo cercando.
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4. |
Le piramidi del nulla
05:40
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Pieghe e lamiere, come residui delle nostre ansie,
delle nostre insonnie.
sono segno di quello che rimane dei nostri esperimenti migliori.
tutti falliti.
Come ruggine dormo in superficie,
attendo le vibrazioni prima del passaggio di elettroni.
L’attesa delle nostre ansie.
La resa alle nostre insonnie!
Strato su strato, accatastiamo pietre, sopra altre pietre
fingendo ancora di essere pronti per affrontare
il peso del normale.
Come ruggine, dormo in superficie
attendo le vibrazioni prima del passaggio di elettroni.
L’attesa delle nostre ansie.
La resa alle nostre insonnie!
Ho solo voglia di chiamarti, per svegliarti nel cuore della notte
e raccontare di quando non ci serviva parlare per costruire qualcosa insieme.
Raccontarti di come ci bastava unire le mani e guardare in alto,
oltre la fine dei palazzi
oltre le scritte illuminate di questo piazzale.
Strato su strato. Mani su mani. Pietra su pietra.
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5. |
Neon Circle
05:12
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Cadi sempre per prima, con le ossa sfracellate a terra
in fondo al dirupo, l'egoismo: sono salvo ma non respiro.
Sogno spesso di non riuscire,
di non tenere più la tua mano
Di fronte all'orlo di un precipizio
in attesa di un giudizio
Di fronte all'orlo di un precipizio
io attendo il vostro giudizio
Ho cercato di disegnare il tuo volto, dentro i cerchi di luce al neon
che persistono sbiaditi, quando chiudo gli occhi.
Seguo ancora una volta
le mie tracce, impronte elettriche
Di fronte all'orlo di un precipizio
in attesa di un tuo giudizio
Di fronte all'orlo di un precipizio
Vorrei girarmi e camminare davanti a te,
calpestando per primo la neve fresca.
invece
scelgo di non essere
scelgo di non scegliere
scelgo di non essere abbastanza,
per te.
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Odessa Milan, Italy
Odessa:
Cristiano - Guitar
Matteo - Guitar
Lele - Bass
Moreno - Drums
Nat - Vocals
we all played in various band.
we all are too young to die and too old to die young.
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